Ultima modifica: 15 Dicembre 2021
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Leggende di Natale

bacche rosse

La leggenda dell’agrifoglio

C’era una volta un orfanello, che abitava in una capanna insieme ai pastori che lo avevano adottato. Una sera, vide apparire gli angeli, che annunciavano la nascita di Gesù. Senza aspettare, l’orfanello si mise in viaggio per fargli visita. Andava tanto di fretta che partì a piedi scalzi.
Lungo la strada, incontrò tante altre persone: ciascuna di loro portava con sé qualche dono per Gesù bambino. Lui, invece, non aveva portato nulla, né aveva nulla da donare, perché era un bambino povero.
A un tratto, l’orfanello si punse i piedi: aveva calpestato un cespuglio di agrifoglio.
Il ragazzo avvicinò la fiaccola al terreno, per vedere cosa l’avesse punto, e vide le foglie verdi dell’agrifoglio, coperte di piccole gocciole rosse di sangue; raccolse alcuni rami e li legò insieme a formare una corona, per portarli in dono a Gesù bambino.
Quando arrivò a Betlemme, l’orfanello guardò la corona di agrifogli che aveva intrecciato; gli sembrava un dono così umile e insignificante che scoppiò a piangere. Allora, un angelo scese dal cielo e avvolse l’agrifoglio con la sua luce, abbagliando l’orfanello. Quando il ragazzo riaprì gli occhi, le gocciole di sangue sulle foglie si erano trasformate in splendide bacche scintillanti.

La leggenda del pettirosso

Un piccolo uccellino marrone divideva la stalla a Betlemme con la Sacra famiglia. La notte, mentre la famiglia dormiva, l’uccellino notò che il fuoco che li scaldava stava per spegnersi.
Così, per tenere caldo il piccolo, volò verso le braci e tenne il fuoco vivo muovendo le ali per tutta la notte. Il mattino seguente l’uccellino fu premiato con un bel petto rosso brillante come simbolo del suo amore per Gesù Bambino.

La leggenda dell’albero di Natale (leggenda natalizia tedesca)

C’era una volta un boscaiolo, che era sposato con una giovane donna che amava molto. Siccome la amava molto ci teneva che lei avesse cose buone da mangiare e una casa sempre calda e quindi passava molto tempo nei boschi a tagliare la legna, un po’ per rivenderla e un po’ per scaldare la sua casa, che aveva un bel camino di pietra. La sera di Natale stava tornando a casa tardi come al solito e vide, alzando lo sguardo, un bellissimo abete alto e maestoso. Stava prendendo le misure per vedere se poteva tagliarlo quando si accorse che tra i suoi rami, nella notte che era buia che più buia non si può, riusciva a scorgere le stelle e che la luce di queste sembrava brillare proprio dai rami.
Affascinato da questo spettacolo decise in quel momento due cose: la prima era che avrebbe lasciato il vecchio abete lì dove stava e la seconda che doveva far vedere alla moglie questo bellissimo spettacolo: tagliò allora un abete più piccolo, lo portò davanti alla casa e lì accese delle piccole candele che mise sui rami. La moglie del boscaiolo, dalla finestra, vide l’albero così illuminato e se ne innamorò al punto da lasciar bruciare l’arrosto. Da quel momento in poi la bella moglie del boscaiolo volle sempre avere un abete illuminato per Natale e i vicini, trovandolo bellissimo a guardarsi, imitarono presto il boscaiolo. Quest’uso poi si estese e l’albero di Natale divenne uno dei simboli del Natale.

La leggenda della rosa di Natale

La figlia piccola di un pastore era intenta ad accudire il gregge del padre in un pascolo vicino Betlemme, quando vide degli altri pastori che camminavano speditamente verso la città. Si avvicinò e chiese loro dove andavano.  I pastori risposero che quella notte era nato il bambino Gesù e che stavano andando a rendergli omaggio portandogli dei doni.
La bambina avrebbe tanto voluto andare con i pastori per vedere il Bambino Gesù, ma non aveva niente da portare come regalo. I pastori andarono via e lei rimase da sola e triste, così triste che cadde in ginocchio piangendo. Le sue lacrime cadevano nella neve e la bimba non sapeva che un angelo aveva assistito alla sua disperazione. Quando abbassò gli occhi si accorse che le sue lacrime erano diventate delle bellissime rose di un colore rosa pallido. Felice, si alzò, le raccolse e partì subito verso la città. Regalò il mazzo di rose a Maria come dono per il figlio appena nato. Da allora, ogni anno nel mese di dicembre fiorisce questo tipo di rosa per ricordare al mondo intero del semplice regalo fatto con amore dalla giovane figlia del pastore.

La leggenda del pungitopo

Quando giunse l’inverno tutti gli uccellini del bosco partirono. Soltanto un piccolo uccellino decise di rimanere nel suo nido dentro un cespuglio di pungitopo, voleva a tutti i costi attendere la nascita di Gesù per chiedergli qualcosa. L’inverno fu lungo e molto nevoso. Il povero uccellino era stremato dal freddo e dalla fame.Finalmente arrivò la Notte di Natale. Quando l’uccellino fu dinnanzi al Bambino appena nato, disse : “Caro Gesù, vorrei che tu dicessi al vento invernale del bosco di non spogliare il pungitopo. Così potrei restare nel mio nido e attendere la nuova primavera”. Gesù sorrise, poi chiamò un angelo e gli ordinò di esaudire il desiderio di quell’uccellino. Da allora, il pungitopo conserva le sue verdi foglie anche d’inverno. E per riconoscerlo dalle altre piante, l’angelo vi pose , delle piccole bacche rosse e lucide. Secondo la leggenda, le foglie spinose rievocano le spine della corona di Cristo e le bacche il rosso del suo sangue. Il nome “pungitopo” deriva dall’usanza contadina di proteggere dai topi con mazzetti di questa pianta, i salumi e i formaggi messi a stagionare.
da: “Il raccontafavole”

La leggenda dello spirito dell’acqua (leggenda di Natale norvegese)

Si dice che nei boschi norvegesi si aggiri una bellissima Troll, vestita di bianco e con lunghi capelli biondi. Hulda, questo è il suo nome, è uno spirito dell’acqua; sfortunatamente per lei, spesso e volentieri, l’acqua in Norvegia si ghiaccia e rimane sotto gli strati di ghiaccio.
Un giorno, era Natale, un pescatore volle portare a Hulda un dolce, ma, trovando il lago in cui viveva lo spirito completamente ghiacciato e non volendo lasciare il dolce sulla sua superficie, decise di fare un buco nel ghiaccio con il suo piccone.
Scava e scava, il ghiaccio era veramente durissimo e il pescatore riuscì a fare solo un buchino piccolo, piccolo. Mentre si arrovellava per cercare una soluzione dal buchino uscì una manina piccolissima e bianca che afferrò il dolce; questo, per magia, si rimpicciolì e passò dentro il buco. Da allora, ancora oggi, nel giorno di Natale è usanza portare allo spirito dell’acqua dei dolcetti molto piccoli, in modo che possano passare attraverso qualsiasi buco nel ghiaccio.